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  • meacciale

Grazie sig. Hirst.


Grazie di essere riuscito a compiere il prodigio: un pomeriggio ad una mostra di arte moderna senza sentire il famigerato “Questo lo potevo fare anche io”.

Descriverò con una sola parola la mostra “Treasures from the Wreck of the Unbelievable”: GENIALE.

Mi piace l’arte e ne capisco poco,soprattutto di quella moderna; ma viviamo in tempi in cui il mantra è “la gente vuole una storia, non un prodotto”, e non posso che ammirare la colossale operazione di Damien Hirst.

Hirst ci racconta una storia favolosa: la storia del relitto della nave di Cif Amotan II. La storia di un ex-schiavo divenuto ricchissimo, che decise di creare una collezione di opere d’arte provenienti da ogni angolo del mondo antico. La storia del naufragio della gigantesca nave Apistos (l’Incredibile) e del ritrovamento sul fondo dell’Oceano Indiano, dopo 2000 anni, di un immenso tesoro.

Racconta questa storia così bene, con così tanti dettagli perfetti, che non importa ci siano teschi di ciclopi e di unicorni, statue di Mickey Mouse e bronzi dei Transformer: le persone gli credono.

Alcuni stanno al gioco e si divertono, altri sono ignari del “gioco” e prendono tutto sul serio. Ho sentito persone in treno, la sera, lamentarsi dell’essere stati presi in giro dall’artista: per loro non era sufficientemente chiaro se i reperti fossero tutti veri, tutti falsi, o un po’ e un po’.

Damien Hirst ha impiegato 10 anni per preparare questa colossale mostra: non solo le grandi opere, ma una enorme quantità di reperti minori collaterali (cocci,monete ecc), bozzetti antichi delle statue, il modellino dell’ Unbelivable, con l’esatta collocazione di tutte le opere d’arte, i filmati e le stupende foto che documentano il ritrovamento.

Ha scelto di staccarsi dal sentiero battuto della sua produzione precedente (conoscevo persino io il teschio coperto di diamanti e lo squalo nella formaldeide).

Ha speso davvero un capitale enorme per fare tutto questo.

Tra le critiche che ho letto, è stato preso di mira, appunto, l’eccessivo investimento economico dietro questa mostra, l’esagerata quantità di opere e l’esasperato uso di materiali preziosi.

Tutto questo è vero, ma a mio parere, è irrilevante.

Damien Hirst ha fatto soprattutto un fantastico “All-in”, centrando in pieno l’obbiettivo: trasformare la mostra del suo rilancio in un Evento POP di cui si è parlato tantissimo, che ha avuto un grande successo di pubblico (ed è riuscita ad attirare molte persone che normalmente starebbero alla larga dai musei di arte moderna).

Questa mostra prodigiosa sarà visitabile fino al 3 dicembre 2017 a Palazzo Grassi e Punta della Dogana, a Venezia.

Il mio consiglio è: Andateci (se non la avete ancora vista).

E se avete una faccia abbastanza tosta, vi sfido a piazzarvi al centro di una sala e affermare con sufficienza: "Questo lo potevo fare anche io”.

arte moderna Damien Hirst

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